Il lavoro “in nero” è una delle maggiori piaghe del nostro paese, soprattutto in ambito domestico. Bisogna imparare a tutelarsi da questa situazione 

E’ stato pubblicato a giugno del 2024 l’osservatorio sui lavoratori domestici relativo ai dati del 2023. Tra i vari dati analizzati emerge quello relativo al numero di lavoratori iscritti all’INPS che anche nel 2023 ha subito un calo e per ben il secondo anno consecutivo (-7,6 rispetto al 2022).

Solo nel biennio 2020/2021 si è registrato un forte incremento di lavoratori in regola con l’INPS dovuto a due fattori: la necessità di recarsi al lavoro durante il lockdown e il varo della norma che ha consentito di fatto l’emersione dei rapporti di lavoro irregolari (decreto legge 19 maggio 2020 n.34).

Il calo dei lavoratori domestici iscritti all’INPS ha svariate concause: il post pandemia, che si è portato appresso una crisi economica, lo smartworking, la scarsità di agevolazioni per le famiglie che assumono e una burocrazia eccessiva hanno fatto sì che il lavoro irregolare aumentasse nuovamente.

COSA SI RISCHIA UTILIZZANDO UNA BADANTE “IN NERO”

Ad oggi possiamo ipotizzare che circa il 60% dei lavoratori domestici lavori senza un contratto regolare. Alle famiglie sembra di risparmiare, ma difficilmente riescono a gestire autonomamente un contratto e pochi sono a conoscenza delle agevolazioni relative alle assunzioni.

In realtà far lavorare una badante “in nero” espone a svariati rischi da non sottovalutare.

Assistenza qualitativamente scarsa e poco sicura

Un lavoratore privo di contratto non gode di alcuna tutela legale e nello stesso tempo la famiglia per cui lavora non ha alcuna garanzia sulla tipologia di lavoro svolto, dal rispetto degli orari allo svolgimento di tutte le mansioni richieste. 

Rischi di natura legale

Capita frequentemente che le badanti non pienamente soddisfatte dalle condizioni di lavoro che inizialmente hanno accettato si rivolgano ai sindacati per fare vertenza. Quindi la famiglia sarà costretta a sborsare quanto dovuto sin dall’inizio, sommato agli interessi. Se si incappa in un controllo ispettivo si rischia anche di subire una sanzione amministrativa che va da un minimo di 1.800 euro se la badante ha lavorato in nero per meno di 30 gg fino ad un massimo di 43.200 euro se i giorni lavorati superano i 60. Nel caso la famiglia venga scoperta nuovamente a far lavorare la badante in nero la sanzione sarà raddoppiata.

Si rischia anche penalmente occupando lavoratori con il permesso di soggiorno non in regola perché arrivati con visto turistico (non atto a lavorare) o perché scaduto.

Non ultima c’è la truffa ai danni dello stato se si fa lavorare “in nero” chi sta percependo l’indennità di disoccupazione.

Rischio di spendere molto di più

Il costo di una badante “in nero” non è quantificabile fino a che siano trascorsi 5 anni dalla chiusura del rapporto. Infatti, la lavoratrice ha questo tempo per presentare una vertenza.

Inoltre, gli accordi economici iniziali possono essere disattesi dalla badante e subire variazioni in qualsiasi momento con richieste di aumento del compenso pattuito.

Anche se è la badante stessa che chiede al datore di lavoro di non essere messa in regola, quest’ultimo è responsabile in caso di contestazioni e tenuto al risarcimento in caso di infortunio. I diritti del lavoratore sono “indisponibili”: cioè il dipendente non può rinunciare ai diritti che gli riconosce la Costituzione, la legge e il contratto collettivo.

Se il datore di lavoro acconsente a tenere in casa una badante senza contratto lo fa a proprio rischio e pericolo. Nessun documento firmato tra le parti può fungere da manleva in caso sorgano problemi o contestazioni in itinere, non avendo alcun valore legale né tantomeno costituisce un vincolo.

ASSUMERE UNA BADANTE CONVIENE SEMPRE!

  • A tutela del benessere psicofisico dei nostri cari ai quali desideriamo offrire le cure migliori.
  • A tutela dei datori di lavoro che possono vivere con serenità il loro ruolo di caregiver dal punto di vista legale e burocratico (i contributi annuali del lavoro domestico possono essere dedotti in fase di 730).
  • A tutela delle badanti che ricoprono un ruolo indispensabile nella società moderna supportando le famiglie in momenti delicati e che hanno diritto ad una retribuzione corretta e al riconoscimento dei diritti di ogni lavoratore quali: scatti di anzianità, contributi pensionistici, tredicesima, ferie pagate, TFR e che tramite presentazione del contratto possono accedere anche ai bonus previsti una tantum chiedere prestiti e rinnovare documenti.

Noi di PASSIONFORCARE attivi sul territorio da più di 10 anni siamo al fianco delle famiglie per supportarle con professionalità e competenza. La nostra proposta BADANTE X TE, rispetto ad altre realtà presenti sul territorio, offre la completa gestione organizzativa, amministrativa e burocratica della badante. La reperibilità telefonica 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno per informazioni e supporto relativi al rapporto con il lavoratore, solleva ulteriormente la famiglia da impegni e preoccupazioni.

 

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