Il tabacco come prima causa di morte in Italia per i fumatori anziani

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità Italia un anziano su 10 è un fumatore, ma nel complesso si è evidenziato che le persone over 65 stanno progressivamente abbandonando il vizio con grande giovamento per la salute in generale. Va smentita con determinazione la voce che arrivati ad una certa età come fumatori, ma in discreta salute, non valga più la pena di smettere.

In realtà i benefici che si ottengono smettendo di fumare sono molteplici ed immediati a qualsiasi età. Circa il 30% dei decessi da tumore è imputabile al fumo, di questi oltre il 70% è a carico dell’apparato respiratorio o del cavo orale. 0Emerge il preoccupante dato che i fumatori accaniti, cioè che hanno fumato per oltre 15 anni, hanno un rischio di morte triplicato rispetto ai non fumatori. La lotta al fumo rappresenta uno dei più impegnativi progetti per l’Organizzazione Mondiale della Sanità che per sensibilizzare la popolazione ha istituito la Giornata Mondiale senza Tabacco.

 

NEI FUMATORI ANZIANI AUMENTA IL RISCHIO DI FRAGILITA’

Diversi studi hanno dimostrato che i consumatori di tabacco ultrasessantenni hanno oltre il 60% in più di possibilità di sviluppare fragilità fisica. Chi ha fumato sin da giovane spesso sottovaluta i campanelli d’allarme che compaiono con l’avanzare dell’età, se non hanno gravi conseguenze. È molto più frequente di quel che si pensa di imbattersi in fumatori che sostengono di godere di buona salute, che poi però si vedono costretti a ricredersi qualche anno dopo.

Alcuni che mostrano sintomi ritenuti innocenti o normali, soprattutto in età avanzata, come tosse, catarro o mancanza di respiro, perdita di peso o stanchezza scoprono, a volte troppo tardi, di essere affetti da patologie insanabili. In ogni modo il fumo aumenta la velocità dell’invecchiamento cellulare fisiologico e quindi, in caso di eventi accidentali o malattie anche non gravi, la capacità di ripresa è nettamente rallentata o addirittura inibita con conseguente cronicizzazione della patologia.

 

SMETTERE DI FUMARE: UN GESTO D’AMORE VERSO SE STESSI E CHI CI STA VICINO

Innumerevoli sono i vantaggi derivanti dallo smettere di fumare che dovrebbero spingere a intraprendere questa decisione:

  • PREVENIRE L’INSORGENZA DI TUMORI E ALTRE PATOLOGIE INVALIDANTI: Pensare a preservare la propria salute dovrebbe essere il primo motivo per non trovarsi a dover gestire le gravi conseguenze a cui ci espone questo vizio: cancro, malattie cardiache ma anche problemi alle vie respiratorie, al cavo orale, ai reni, alla prostata, all’intestino ecc.
  • PROTEGGERE I PROPRI CARI: Chi vive vicino o frequenta un fumatore è soggetto a subire il fumo passivo con il rischio del 25% di incorrere negli stessi problemi di salute di cui sopra rispetto a chi non si trova in questa situazione.
  • LIBERARSI DA UNA DIPENDENZA: E’ un aspetto psicologico che pochi considerano, ma la nicotina crea una forte dipendenza proprio come altre sostanze meno “accettate“ come le sostanze stupefacenti o l’abuso di alcolici. Basti pensare all’ansia derivante dal rimanere senza sigarette…
  • PRENDERSI CURA DEL PROPRIO ASPETTO: Spesso non ci si sofferma a riflettere ma i fumatori si riconoscono da caratteristiche estetiche abbastanza evidenti. Hanno denti e dita ingialliti dalla nicotina, pelle grigiastra e asfittica a causa della scarsa ossigenazione e della compromissione delle riserve di collagene che già calano con l’avanzare dell’età. Si nota una maggior presenza di rughe sul viso, spesso si hanno problemi di alitosi e un’accentuata perdita di capelli.
  • RISPARMIARE DENARO: Probabilmente pochi si rendono conto dell’impatto economico che ha il vizio del fumo, ma è un aspetto che non è assolutamente da sottovalutare sia in termini di costi dei prodotti in sé che in quello delle spese per le cure mediche necessarie a contrastare le patologie insorte.

Certo non è un percorso facile da intraprendere e soprattutto il fumatore anziano va sostenuto e motivato, incoraggiato a proseguire su questo percorso, coinvolto in attività alternative che distolgano la mente dal pensiero fisso della sigaretta.

È indispensabile che i fumatori anziani non siano lasciati soli. La famiglia può rappresentare lo starter in questo cammino, ma se non è in grado di assicurare una presenza costante sarebbe bene affiancare all’anziano un professionista dell’assistenza, solitamente una badante o un operatore sociosanitario (OSS) che sono in grado di fornire un supporto adeguato.

 

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